Questi sono i terribili giorni del Coronavirus, viviamo in uno stato continuo di ansia, la nostra vita è improvvisamente cambiata, dobbiamo stare a casa, lavoriamo da casa, i nostri ragazzi vanno a scuola ma anche loro da casa, tutti noi ci stiamo piano piano abituando a nuovi ritmi, a uscire solo per vere necessità, stiamo in famiglia, riscopriamo vecchie buone abitudini, il buon cinema (in TV) o la lettura di un libro, di un solito quotidiano o anche di una vecchia rivista che avevamo lì da tempo.
Dopo i primi giorni di smarrimento, stiamo cominciando ad apprezzare il nostro stare bene e la nostra tutto sommato buona salute, bombardati sempre più dalle brutte notizie che sentiamo continuamente dai telegiornali!
Le nostre città, tiepide e assolate per l’inizio della primavera, appaiono come desolanti palcoscenici deserti, con strade vuote, tristi, con poca gente che cammina velocemente mantenendosi a distanza, ogni tanto qualche pattuglia che passa, si ferma, controlla che tutto sia a posto e poi via… tutto in silenzio, quasi un lungo assordante e silenzioso slow-motion, è l’emergenza del Covid-19!
Prima soprattutto nei week-end, ora con i nuovi divieti anche durante il resto della settimana.
Il mio è un breve resoconto, uno spunto di riflessione in questi giorni di forzata quarantena collettiva e di sacrificio, un piccolo contributo visivo a documentare questa nostra città sicuramente ferita, sola, quasi abbandonata ma sempre bellissima in questa sua nuova luce che qualcuno ha definito “De Chirichiana”, a ricordo del grande pittore che qui visse un piccolo ma importante periodo della sua vita artistica.
Piazza San Carlo, Piazza Castello, Via Roma, Porta Palazzo, il cuore esuberante e colorato della città, la Mole Antonelliana, ma anche la Metropolitana, le Stazioni ferroviarie, tutto così deserto e silenzioso…
Io in questi giorni ho potuto girare abbastanza liberamente, e in questo mi sento sicuramente un privilegiato, ma proprio tutto questo potermi muovermi senza problemi alla fine mi ha creato ancora più tristezza, angoscia, persino di più che se fossi stato tranquillo a casa.
Poter uscire, girare per le vie deserte della mia città ma senza poter vedere nessuno, quasi senza poter essere avvicinato da nessuno, senza poter prendere il solito caffè al solito bar con qualche amico che incontri più o meno per caso, niente, niente, niente di tutto questo!
Eppure ci stiamo tutti adattando con grande forza, stiamo imparando a convivere con questi nuovi ritmi, stiamo imparando a fare ordinatamente la coda, a stare alla giusta distanza dagli altri, a rispettare un po’ di più chi ci sta intorno… ne usciremo sicuramente più umani e civili, probabilmente più consapevoli, speriamo che questa situazione così drammatica alla fine ci lasci almeno questo, ma in ogni caso speriamo davvero che finisca presto e sicuramente #AndràTuttoBene!
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